A vederla passeggiare sulla spiaggia sembrerebbe una sirenetta appena emersa dalle onde. Bella, alta e bionda, con lo sguardo dolce da cerbiatta ed un sorriso ingenuo che ammalia. Lei è Silvia Salis, 25 anni, "quasi 26" precisa lei che non ha da nascondere l'età, di professione lanciatrice di martello. Ma come - viene da chiedersi - che fine ha fatto l'ideale di atleta per questa disciplina, le invincibili teutoniche amazzoni della "Germania dell'est", imbattibili, ma alquanto poco femminili? Come può una fanciulla tanto leggiadra competere nel lancio del martello con cotanta forza bruta... E anche vincere? Ma soprattutto, come può succedere che una ragazzina che crescendo è diventata bella ed elegante come una principessa delle favole, scegliere una disciplina sportiva così poco legata alla femminilità ed alla grazia nell'immaginario collettivo? Si proprio alla grazia perchè, anche se le foto possono trarre in inganno lei non lo fa, a differenza delle maggior parte della atlete che, pur con fisici invidiabili, nelle movenze rivelano una mascolinità tipica del fisico sportivo lei no, si muove con l'armonia di un felino, complici i tacchi alti che indossa con naturalezza, la stessa che sfoggia anche sul campo gara in tenuta sportiva, ma con una grinta degna di una tigre.
È lei stessa a spiegare come la sua favola è uscita dai binari tradizionali facendola diventare "la bella con il martello".
È insolito che una ragazzina scelga come disciplina proprio il lancio del martello, nel tuo caso come è successo?
Facevo atletica da quando avevo 8 anni, si prova un pò di tutto e io mi stavo specializzando nel salto in lungo, però verso i 13 anni ho provato a fare dei lanci ed i risultati sono stati sorprendenti. Da lì mi sono messa alla prova, ho vinto i campionati italiani juniores e ho deciso di continuare su questa strada.
Quando ci si immagina un'atleta del lancio del martello non la si associa certamente ad un fisico come il tuo, ma ad un corpo molto più mascolino... Eppure sei una campionessa, non ti ha penalizzato?
Sicuramente atlete alte 1,95 mt e che magari arrivano a pesare intorno ai 100 chili sono avvantaggiate a livello di forza fisica, ma fortunatamente il lancio del martello è anche uno sport fatto di molta tecnica, e con molto lavoro sulla tecnica si riesce a sopperire la differenza di stazza e ad ottenere gli stessi risultati. Per farlo mi allendo tutti i giorni due volte al giorno, non è una sciocchezza...
Tanto che Silvia è campionessa italiana in carica e tra le prime in Europa, anzi prima terza e poi seconda negli ultimi due anni nella Coppa Europea Invernale di lanci. Tra le atlete mondiali come sei qualificata? Adesso che obiettivi hai?
Le Olimpiadi ovviamente, tra le atlete mondiali con i miei lanci sono circa le tredicesima. Con la lunghezza raggiunta quest'anno serei automaticamente classificata per i prossimi giochi olimpici di Londra, ma in Italia, a differenza del resto del mondo, questa regola non vale, quindi dovrò ripetere lo stessi risultato l'anno prossimo per assicurarmi la partecipazione.
Hai sempre sognato di fare l'atleta professionista oppure avevi altre aspirazioni, diverse?
In realtà sognavo di diventare avvocato. Quando ho dovuto decidere se continuare la mia strada nell'atletica e gli studi di giurisprudenza sono stata motlo combattuta. Però alla fine ho fatto la scelta migliore, ho scoperto che lo sport è la mia vera passione e finita la carriera agonistica mi piacerebbe diventare una giornalista sportiva, come Ilaria D'Amico. Tanto che ho scelto di studiare scienze poiltiche con indirizzo giornalistico.
Come fai a conciliare l'impegno nello sport con la tua vita da ragazza normale, con lo studio, un lavoro...
L'atletica ormai è il mio lavoro, anzi mi ha permesso di diventare indipendente a 18 anni, di fare le mie scelte, di mantenermi negli studi. In questo devo dire di esser stata fortunata. Ho fatto parte prima del gruppo sportivo della Forestale, per 5 anni ed ora gareggio per le Fiamme Azzurre. In Italia è praticamente impossibile fare sport da professionista senza militare nel gruppo sportivo di qualche arma. A meno di avere alle spalle una famiglia che può permettersi di mantenerti per diversi anni. Lo sport non paga, io sono stata molto fortunata. Ovviamente ci vuole impegno e lo sport viene prima di tutto, anche se resto indietro con gli esami so che al momento i risultati sportivi sono la mia priorità. Ma non mollo i miei obiettivi!
Ti hanno anche eletta più bella tra le atlete italiane, come vivi questo "titolo". Ma soprattutto come concili la tua famminilità con la disciplina atletica che hai scelto. Quanto influisce sul tuo corpo lo sport?
Spezzo una lancia in onore delle ragazze che fanno atletica, ce ne sono molte di belle anche se magari non hanno la visibilità di chi compete in altri sport. Ovviamente il titolo mi ha fatto piacere, sono una ragazza! Sono arrivata a convivere bene con il mio corpo, lo trovo femminile anche se tonico e muscoloso, ma con un allenamento completo ed un'alimentazione attenta riesco a mantenere una forma che sia congeniale per lo sport ma allo stesso tempo mi piace.
Ma quando sei in vacanza ti "lasci andare" oppure continui a tenerti in forma?
Assolutamente no, confesso che sono vanitosa quandi mi piace molto coccolarmi e viziarmi . Quando sono in vacanza ho finalmente il tempo per prendermi cura di me stessa, ne approfitto per prendermi cura del mio corpo e darmi allo shopping... Mi rendo conto che è banale, ma come tutte le ragazze spendo una fortuna in vestiti scerpe e borse... forse è proprio per questo che risulto così femminile!
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